venerdì 27 maggio 2022

American Milan

Campionato finito e checché se ne dica, chi arriva primo con due punti di vantaggio sulla seconda e ha vinto tutti gli scontri diretti, il titolo lo ha meritato, quindi che molti “rosiconi” se ne facciano una ragione e riflettano piuttosto sugli errori che hanno commesso, in modo da fare meglio il prossimo anno e vincere lo scudetto, avvicendandosi con il Milan, come il “diavolo” ha fatto con l’Inter, ammesso che i rossoneri non decidano di migliorarsi e di riconfermarsi.

Partecipare ad un campionato, significa competere per primeggiare (arrivare primo), ovvero, la vittoria finale avviene sommando i punti conquistati e quindi il titolo non viene assegnato “ai punti” come nella box, cioè, rispetto alla forza dimostrata sulla carta, perché in quel caso basterebbe fare il mercato, vedere qual è la squadra più forte, assegnarle lo scudetto ed evitare di giocare il campionato.

Fatte queste doverose spiegazioni per gli ottusi del pallone, parliamo di cose più pertinenti, in una intervista a Pioli, immediatamente dopo la conquista dello scudetto ha detto: “Allo scudetto io ho creduto dall’inizio della stagione e i giocatori lo sanno e io aggiungo che lo sapevano pure loro, nessuno era convinto che dopo il secondo posto dello scorso anno, un altro secondo posto sarebbe stata la felicità.

Credere in un obiettivo migliore, è l’essenza dello sport, della competizione, devi credere in qualcosa di più alto, di inarrivabile per poterla ottenere, ma se pensi di fare ricorso su ricorso e poi credi che la vittoria con il Bologna sia un diritto acquisito, non stiamo parlando più di “competizione” e penso che sia il caso di rivedere un attimino qualcosa.

Nel Milan bisognava alzare l’asticella e fare meglio dello scorso anno, per una squadra che era arrivata seconda, fare meglio era arrivare primi e non fare solo qualche punto in più, Pioli lo sa e lo sapevano tutti anche a inizio campionato, capisco che le sue parole erano scaramantiche, ma fare qualche punto in più, per migliorare la posizione dell’anno prima, senza vincere lo scudetto, non significava nulla, anche se 12 punti da recuperare erano tanti.

Il Milan quest’anno ha totalizzato 86 punti, 7 in più rispetto alla scorsa stagione, ma se l’Inter si fosse confermata a 91 punti o giù di lì, come ha fatto la Juventus per tanati anni, pur migliorandoci di ben 7 punti, non avremmo vinto lo stesso lo scudetto, ecco perché ribadisco, 86 punti sarà sicuramente una buona quota scudetto, ma lo abbiamo vinto per la pochezza degli avversari che hanno competuto con noi.

Ora che abbiamo vinto, ora che siamo usciti allo scoperto, questa squadra deve migliorarsi ancora, perché deve fare 90 punti l’anno e deve alzare l’asticella a livello europeo, non potrà più in futuro, perdere 2 punti con il Torino, 2 punti con il Bologna e 2 punti con l’Udinese, se no fa la fine dell’Inter di quest’anno, altro che raggiungere i livelli di Barcellona, Reala e Bayer Monaco.

Continuando sulla politica di vincere con i giovani e con la sostenibilità economica, dobbiamo tornare a essere competitivi con continuità, pensare in grande con giocatori giovani e sostenibili, ma di un certo livello, per pensare di raggiungere annualmente una quota punti che si aggiri sui 90 e di stazionare tra i quarti e le semifinali di Champions, dove il Milan merita di stare stabilmente.

È un momento cruciale per la storia moderna del Milan, ha vinto un titolo dopo 11 anni di stenti e delusioni, è tornata e deve restare stabilmente in Champions e presto ci sarà anche una svolta societaria, che segnerà un’estate calda anche sotto l’aspetto del calciomercato (lo spero), per RedBird-Elliott, il Milan vale 1.3 miliardi, gli arabi si sono tirati fuori dalla trattativa.

Nel Milan Americano, dovrebbe esserci una quota di partecipazione della famiglia Singer, che vuole rimanere in società a garanzia della continuità, ma anche per monetizzare sui ricavi della costruzione del nuovo San Siro, quello della costruzione del nuovo stadio, è il tema più caldo ed è considerato assolutamente fondamentale da Cardinale.

Il fondatore di RedBird Capital è a Milano e ha già visitato entrambe le aree, predisposte ad accogliere la nuova struttura, San Siro e Sesto San Giovanni, l'intenzione è quella di arrivare all'obiettivo il prima possibile, anche considerando l'eventualità di procedere senza l'Inter, meglio, sia per le difficoltà economiche dei cugini, sia perché né il Real divide lo stadio con L’Atletico e né tanto meno il Barcellona lo fa con Espanyol.

Cardinale e Paul Singer sono a Milano e in settimana è prevista la firma del contratto preliminare per il passaggio delle quote e una volta conclusa la cessione del club, si potrà tornare a muoversi sul mercato estivo e si partirà dai rinnovi, compresi quelli di Maldini e Massara.  

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