Campionato finito e checché se ne dica, chi arriva primo con due punti di vantaggio sulla seconda e ha vinto tutti gli scontri diretti, il titolo lo ha meritato, quindi che molti “rosiconi” se ne facciano una ragione e riflettano piuttosto sugli errori che hanno commesso, in modo da fare meglio il prossimo anno e vincere lo scudetto, avvicendandosi con il Milan, come il “diavolo” ha fatto con l’Inter, ammesso che i rossoneri non decidano di migliorarsi e di riconfermarsi.
Partecipare ad un campionato, significa
competere per primeggiare (arrivare primo), ovvero, la vittoria finale avviene
sommando i punti conquistati e quindi il titolo non viene assegnato “ai punti”
come nella box, cioè, rispetto alla forza dimostrata sulla carta, perché in
quel caso basterebbe fare il mercato, vedere qual è la squadra più forte,
assegnarle lo scudetto ed evitare di giocare il campionato.
Fatte queste doverose spiegazioni per gli
ottusi del pallone, parliamo di cose più pertinenti, in una intervista a Pioli,
immediatamente dopo la conquista dello scudetto ha detto: “Allo scudetto io ho creduto dall’inizio della
stagione e i giocatori lo sanno e io aggiungo che lo sapevano pure loro,
nessuno era convinto che dopo il secondo posto dello scorso anno, un altro
secondo posto sarebbe stata la felicità.
Credere in un obiettivo
migliore, è l’essenza dello sport, della competizione, devi credere in qualcosa
di più alto, di inarrivabile per poterla ottenere, ma se pensi di fare ricorso
su ricorso e poi credi che la vittoria con il Bologna sia un diritto acquisito,
non stiamo parlando più di “competizione” e penso che sia il caso di rivedere
un attimino qualcosa.
Nel Milan bisognava
alzare l’asticella e fare meglio dello scorso anno, per una squadra che era
arrivata seconda, fare meglio era arrivare primi e non fare solo qualche punto
in più, Pioli lo sa e lo sapevano tutti anche a inizio campionato, capisco che
le sue parole erano scaramantiche, ma fare qualche punto in più, per migliorare
la posizione dell’anno prima, senza vincere lo scudetto, non significava nulla,
anche se 12 punti da recuperare erano tanti.
Il Milan quest’anno ha totalizzato 86 punti, 7 in più rispetto alla scorsa stagione, ma se l’Inter si fosse confermata a 91 punti o giù di lì, come ha fatto la Juventus per tanati anni, pur migliorandoci di ben 7 punti, non avremmo vinto lo stesso lo scudetto, ecco perché ribadisco, 86 punti sarà sicuramente una buona quota scudetto, ma lo abbiamo vinto per la pochezza degli avversari che hanno competuto con noi.
Ora che abbiamo vinto, ora che siamo
usciti allo scoperto, questa squadra deve migliorarsi ancora, perché deve fare
90 punti l’anno e deve alzare l’asticella a livello europeo, non potrà più in
futuro, perdere 2 punti con il Torino, 2 punti con il Bologna e 2 punti con
l’Udinese, se no fa la fine dell’Inter di quest’anno, altro che raggiungere i livelli
di Barcellona, Reala e Bayer Monaco.
Continuando sulla
politica di vincere con i giovani e con la sostenibilità economica, dobbiamo
tornare a essere competitivi con continuità, pensare in grande con giocatori giovani
e sostenibili, ma di un certo livello, per pensare di raggiungere annualmente
una quota punti che si aggiri sui 90 e di stazionare tra i quarti e le
semifinali di Champions, dove il Milan merita di stare stabilmente.
È un momento cruciale
per la storia moderna del Milan, ha vinto un titolo dopo 11 anni di stenti e
delusioni, è tornata e deve restare stabilmente in Champions e presto ci sarà
anche una svolta societaria, che segnerà un’estate calda anche sotto l’aspetto
del calciomercato (lo spero), per RedBird-Elliott, il Milan vale 1.3 miliardi, gli arabi si sono tirati fuori dalla trattativa.
Nel Milan Americano, dovrebbe esserci una
quota di partecipazione della famiglia Singer, che vuole rimanere in società a
garanzia della continuità, ma anche per monetizzare sui ricavi della costruzione
del nuovo San Siro, quello della costruzione del nuovo stadio, è il tema più
caldo ed è considerato assolutamente fondamentale da Cardinale.
Il fondatore di RedBird Capital è a Milano e ha già visitato entrambe le aree, predisposte ad accogliere la nuova struttura, San Siro e Sesto San Giovanni, l'intenzione è quella di arrivare all'obiettivo il prima possibile, anche considerando l'eventualità di procedere senza l'Inter, meglio, sia per le difficoltà economiche dei cugini, sia perché né il Real divide lo stadio con L’Atletico e né tanto meno il Barcellona lo fa con Espanyol.
Cardinale e Paul Singer sono a Milano e in settimana è prevista la firma del contratto preliminare per il passaggio delle quote e una volta conclusa la cessione del club, si potrà tornare a muoversi sul mercato estivo e si partirà dai rinnovi, compresi quelli di Maldini e Massara.
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