lunedì 2 maggio 2022

Mi sono sbagliato di nuovo.

Pensavo che la partita con la Lazio, per il Milan fosse stata la definitiva inversione di marcia, la finalmente consacrata maturità e invece, abbiamo dovuto aspettare 83 minuti, un inspiegabile errore del portiere e una grandissima parata salva risultato di Maignan, per portare a casa 3 punti e continuare a tenere sulle spine noi tifosi, i nostri cugini e la loro squadra.

Se non altro il Milan è riuscito a togliersi di dosso il tabù Italiano, l’allenatore italo-tedesco ci ha provato anche ieri a farci lo sgambetto e se Terracciano non si fosse immedesimato, nell’eccitante bellezza di tenere sul filo di lana, questa ultima parte di campionato, ci saremmo giocati già alla prima occasione il Jolly, sono d’accordo con Mario Sconcerti e gli altri, quando dicono che il Milan prosegue per voglia, per inerzia mentale.

Il gol di Leao è un gentile regalo del portiere della Fiorentina e non è “la giusta sublimazione di una partita condotta bene dalla squadra rossonera”, perché ancora una volta il Milan non ha giocato bene e non giustifica nemmeno il fatto che si trovi primo in classifica, siamo al momento la migliore delle peggiori, in un campionato mediocre, dove non riusciamo a fare comunque un minimo salto di qualità, lasciando la lotta scudetto su equilibri sottili, a fronte del calendario del Milan che sulla carta, è più duro rispetto a quello dell’Inter.

Saranno 270 minuti di guerra dei nervi, per noi e per le due squadre in lotta per lo scudetto, nelle prossime tre partite, non ci saranno avversari “facili” per nessuna delle due, forse il prossimo turno avranno avversari senza motivazioni (Verona ed Empoli), escluso quelle di prendersi una grande soddisfazione e chiudere il campionato alla grande.

L’avversario peggiore delle due squadre, sono loro stesse (neanche l’Inter mi è piaciuta come ha vinto), sono loro che devono avere più motivazioni degli avversari, sono loro che devono avere meno paura e devono diminuire la percentuale di errori, sia dal punto di vista tecnico che mentale, molti hanno associato il 1° maggio 1988, a un nuovo ipotetico inizio di un ciclo vincente, come il Milan di Berlusconi e Sacchi.

Io non vedo nessun corso e ricorso storico con quel Milan e tanto meno con l’allenatore, trovo invece molte attinenze con il Milan di Bierhoff e Zaccheroni e con lo Scudetto numero 16 vinto nel 1999, quello che doveva essere un campionato di transizione, si trasforma in una vittoria a 90 minuti dalla fine, in quello è stato lo scudetto meno atteso della storia recente del Milan.

Si è trattato diciamo del regalo perfetto nell’anno del centenario, anche questo se dovesse succedere, sarebbe altrettanto inatteso e potrebbe essere un regalo di buonuscita per Elliott, sempre che il passaggio a Investcorp si faccia e francamente se lo meriterebbe, con buona pace dell’Inter che si consolerà con altre vittorie.

Allora il Milan era reduce da due stagioni deludenti, dopo 10 anni di splendore assoluto, adesso invece è reduce da due buone stagioni dopo 10 anni deludenti, le accomunano il fatto di avere scelto per la “riscossa”, giocatori giovani o che hanno fatto bene in provincia, sulla panchina allora è arrivato Zaccheroni, il mago della provincia che non aveva mai vinto nulla, un po' come Pioli oggi e calciatori di livello medio come: Helveg, Bierhoff, Sala, N’Gotty, Guglielmimpietro, Morfeo, Giunti e Lehmann.

Praticamente, i Theo Hernandez, i Messias, i Tomori, i Kalulu, i Saelemakers, i Krunic, i Bakayokò e i Tatarusanu di adesso, la vecchia guardia di allora era composta da Seba Rossi, Maldini, Costacurta, Albertini, Boban, Leonardo, Ganz, Weah e Donadoni, che oggi corrispondono a Kyaer, Rebic, Ibrahimovic, Leao, Kessie, Bennnacer, Romagnoli, Castillejo e Calabria.

Si è trattato di una rivoluzione che è durata il tempo di uno scudetto, un po' come lo scudetto di Allegri nel 2011, piano piano quelle due squadre si andavano esaurendo, in quelle occasioni non si è potuto o non si è capito che bisognava rinforzarle, adesso scudetto o no, con la probabile cessione a Investcorp, si deve intervenire su quelle criticità evidenziate anche quest’anno.

È inutile negare, che per il povero Mino Raiola non nutrivo nessuna simpatia, davanti alla sua morte però, mi aggiungo al cordoglio espresso dal Milan alla famiglia e agli amici per la sua scomparsa, stringendomi attorno alle persone a lui più care e ricollegandomi a lui, a quanto pare Romagnoli potrebbe decide di rinnovare con il Milan, in quanto la Lazio gli avrebbe offerto meno soldi, una menzione particolare va a Carletto Ancelotti, per il 35esimo scudetto del Real Madrid e per lo storico record di primo allenatore a vincere uno scudetto, in tutti i top 5 campionati europei. 

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