lunedì 23 maggio 2022

Milan Campione d'Italia dopo 4033 giorni.

I rossoneri tornano a vincere lo scudetto dopo 11 anni e 15 giorni, in quella squadra c’era Ibrahimovic e oggi c’è ancora, anche se nei suoi 8 anni e mezzo di assenza, è andato ugualmente a vincere in giro per il mondo, anche 11 anni fa il Milan conquistava il titolo precedendo in classifica Inter e Napoli, speriamo però che non ricorrano gli anni successivi a quello scudetto e che invece sia l’inizio di un nuovo e lungo ciclo.

L’ultimo trofeo conquistato dai rossoneri è stata la Supercoppa Italiana del 23 dicembre 2016 a Doha, 1976 giorni fa battendo la Juventus, anche allora sembrava che da lì si potesse aprire un ciclo, ma non è stato così, di quella squadra sono rimasti Calabria e Romagnoli, per Alessio è stata l'ultima partita, poi abbandonerà maglia e fascia da capitano.  

Da Ibra a Ibra, quando è arrivato al Milan nel dicembre del 2019, Zlatan aveva deciso di accettare la sfida di riportare i rossoneri ai vertici del calcio italiano, l'impatto dello svedese sulla squadra è stato decisivo, il Milan ha conquistato la qualificazione all'Europa League (2020), l’anno successivo la qualificazione alla Champions League (2021), quest’anno lo scudetto (2022) e ha mantenuto la sua promessa.

Tutti ricorderanno nel 2020, alla ripresa del campionato dopo il lockdown, dopo la vittoria in rimonta contro la Juventus, cosa diceva Ibra: che se lui fosse stato con il Milan da inizio stagione, il Milan avrebbe vinto lo scudetto, forse aveva ragione già allora, ma quella dichiarazione ha fatto ridere tutta Italia, tranne i tifosi rossonero.

Non è stato puntualissimo, perché l’anno scorso un suo infortunio non gli ha permesso di mantenere la promessa e si è accontentato del secondo posto e quasi due anni dopo, il Milan è Campione d'Italia e Ibra ha ricordato a tutti che l'ha detto e l'ha fatto, Ibra ha grandi meriti, ha inciso sulla squadra anche senza giocare, è il più prezioso collaboratore di Pioli, il Mental Coach della squadra.

Gli altri meriti vanno divisi con l’allenatore che ha saputo evolversi costantemente e che non ha mai fatto un passo indietro, non si è mai lamentato e ha saputo tirar fuori il massimo da ogni singolo giocatore (speriamo che mantenga questo cambiamento e non torni indietro), con la squadra e con la dirigenza.

È stato lo scudetto di Elliott, che ha messo in piedi una programmazione eccezionale e vincente, fatta di dirigenti capaci, di giovani di qualità pagati anche abbastanza (era Elliott a dare l’ok agli acquisti), affiancati da giocatori esperti e forti (anche qua l’ultima parola era la sua), è stata la vittoria di un sistema di lavoro, che ha scardinato il vecchio sistema delle spese folli e sui parametri zero, uno schiaffo al sistema calcio italiano, cominciato in verità dall’Atalanta e che ora tutti vogliono seguire.

È stata una settimana “particolare” per l’eccezionalità dell’evento conclusivo, ma anche per il continuo gufare, tra interviste e dichiarazioni (molte di cattivo gusto) tutte rifacendosi: prima alla fatal Verona e dopo avere vinto in veneto al 5 maggio, come se perdere lo scudetto all’ultima giornata di campionato, fosse una prerogativa solo ed esclusivamente rossonera, dimenticando volutamente che il 5 maggio è stata l’Inter a perdere lo scudetto a favore della Juventus che le stava dietro di un punto.

Fatal Verona e perché no fatal Mantova, dimenticando la caduta della grande Inter di Helenio Herrera, forse la squadra più forte che si sia mai vista in Serie A, prima del Milan di Sacchi e dopo il grande Torino (a proposito non capisco perché si dice grande Inter, grande Torino e non si ha il coraggio di dire il grande Milan), con la clamorosa papera di Sarti a Mantova, altro che Radu a Bologna.

Partita dopo partita, questo Milan ha vinto lo scudetto con i fatti, non essendo probabilmente la più forte, ma essendo sicuramente la squadra migliore, la più costante, ha fatto 16 risultati utili consecutivi e continueremo ad allungare la striscia il prossimo anno, questo è stato lo scudetto, di chi ha dovuto concordare con l’Uefa un’esclusione dalle coppe, mentre c’è chi vince coppe e scudetti e ci prova ancora con un sacco di debiti sulle spalle.

Queste le parole di Mario Sconcerti a questo proposito: "Sacrificio Bastoni? Sacrificabile a cosa? Le squadre quasi tutte sono in auto finanziamento, il problema dell’Inter è che ha un debito molto alto. Il sacrificio lo hanno già fatto le altre squadre sopportando la differenza tecnica che l’Inter ha fatto con il suo debito, sono stati i 680 milioni di debito dell’Inter che l’hanno portata a vincere il campionato. Sacrificio Bastoni? È una rimessa in regola, una vite che torna a girarsi. Se un difensore porta 60/70 milioni non è un sacrificio, va benissimo. Altra cosa è cedere Lautaro Martinez. Direi che è un colpo di fortuna avere chi ti offre una cifra tale. C’è quasi da ringraziare il cielo. Il calcio è questo oggi, l’Inter lo sa bene".

Il Milan è un miracolo, vero, ma è un miracolo di efficienza, programmazione e competenza, è una realtà solidissima e non è un colpo di culo. 

Nessun commento:

Posta un commento