venerdì 17 maggio 2024

Quante bugie.

Lo avevo già accennato nel post precedente, quando ho parlato della panchina per i big, ma io credo che quest'anno più dello scorso anno, lo spogliatoio del Milan era staccato da Pioli, si erano già staccati dall’allenatore lo scorso anno, quando Maldini e Massara sono andati via, i due manager si erano accorti di questo scollamento e avevano intenzione di cambiare l'allenatore, lo hanno detto apertamente a Cardinale, ma non sono stati creduti.

Forse non era di certo Pirlo, il profilo per convincere la proprietà a cambiare, i due erano molto connessi con lo spogliatoio, non so se vi ricordate di Maignan ed Hernandez che in un primo momento volevano andare via, perché non si sentivano più garantiti e credo che quello che pensava Maldini di Pioli, doveva essere lo stesso che pensavano i giocatori, eppure, a parte fare l’errore di confermare l’allenatore, perché non c’era più un rapporto di fiducia con i giocatori, si è impostato il rapporto sulla bugia e lo abbiamo visto con la storia del parafulmine e l’esclusione dei big.

Bugie dette dalla società, bugie dette da Pioli che ha sempre sostenuto che la squadra era con lui, che i dirigenti erano con lui, ma era solo una questione di convenienza generale, la spaccatura con lo spogliatoio alla fine è stato uno degli elementi di collisione, che poi ha fatto sì che a dispetto di Furlani, la società abbia deciso di chiudere con Pioli, quando un dirigente o lo stesso spogliatoio delegittima un allenatore, che invece di andare via rimane, non aiuta la coesione di un gruppo rinnovato, come è successo quest’anno al Milan.

Per queste situazioni esistono i direttori sportivi e i direttori tecnici, una volta direttori generali, cosa di cui il Milan a torto si è voluto privare, altre bugie vengono fuori su Lopetegui, lo aveva “consigliato” Mendes, ma non convinceva nessuno in società già prima della protesta dei tifosi, pare quindi, che non si era mai andati oltre a qualche colloquio, nessun precontratto quasi firmato, niente di niente e a questo punto devono essere grati alla curva sud, per avergli fornito l’alibi con Mendes.

Alla fine è stato scartato senza rimpianti, solo che il Milan non ha ancora scelto il nuovo allenatore, che però deve essere: giovane, internazionale, con una proposta di gioco moderna, capace di lavorare in team con l’area tecnica del club, tradotto in poche parole, deve sottostare a Furlani, più che scegliere un tecnico, mi sembra la partecipazione a un concorso.

Ovvero: cercasi tecnico per la panchina del Milan, sono richiesti: bella presenza, conoscenza dell’inglese, con un proprio portafoglio clienti, auto munito e capace di lavorare in team, i concorrenti potranno presentare la loro candidatura entro e non oltre l’inizio della preparazione, non mi pare che si faccia così, mi pare che si debba avere una idea ben precisa dell’allenatore che vuoi, nome e cognome.

Non si va dalla chiromante (algoritmo) a farsi leggere le carte per farsi dire a chi rivolgersi per allenare il Milan, a queste cose deve pensarci l’intelligenza naturale, quella di un direttore sportivo o tecnico, che faccia questo lavoro, per me, l’allenatore si sceglie già a gennaio, si segue per vedere se corrisponde a quanto desiderato, poi ci si mette in contatto con lui anche se non si può fare, con il suo agente e si capisce se c’è la possibilità di chiudere la trattativa.

Dopo di che ci si porta avanti rispetto alle altre, come ha fatto la Juventus con Thiago Motta (un triennale a 3,5 milioni), si aspetta la fine del campionato e si dà l’ufficialità, senza tutta questa confusione, a oggi non è stata fatta nessuna scelta definitiva e a metà maggio in lizza ci sono ancora diversi nomi, escluso anche Conte, che dovrebbe firmare con il Napoli a una condizione, che centri al primo anno la qualificazione in Champions.

Detto dai media, sembra che il Milan abbia stretto a due i pretendenti o come abbiamo visto i “concorrenti” alla panchina e vuol dire che Conceicao e Fonseca sono: giovani, internazionali, con una proposta di gioco moderna, capaci di lavorare in team con l’area tecnica del club, mentre van Bommel resta l’eventuale nome di scorta.

Conceicao sembra essere passato in seconda posizione, perché è un allenatore duro, vecchio stampo, credo giusto quello che ci vuole dopo il “parafulmine” Pioli, uno con un po' più di “cazzimma”, per Furlani i risultati non sono sovrani, l’importante è che sia capace di lavorare in team con l’area tecnica del club (lui), Conceicao ha dimostrato di saper vincere col Porto, ma è un allenatore vecchio stampo, molto duro, che punta su una grande disciplina e determinazione, anche per i dirigenti.

Per il suo 4-4-2 dal punto di vista tecnico-tattico, non è considerato un innovatore, Fonseca invece sembra seguire una precisa linea di pensiero, certo, se la linea è questa e il Milan non cerca altro che questa categoria di allenatori, ce ne faremo una ragione, incrociamo le dita e speriamo che almeno stavolta abbiano ragione loro, Fonseca che al momento è il più il papabile non è un nome nuovo per il calcio italiano, essendo stato alla Roma per due stagioni, dal 2019 al 2021, sicuramente c’è stato in un periodo particolare della storia giallorossa, però proprio per i suoi trascorsi in Italia, conosce il nostro calcio per averci operato. 

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