Pulisic ha protestato e ha preso il giallo, Musah ha
strattonato un avversario infortunato a terra e ha preso il giallo, due gialli
inutili, che ti hanno condizionato la partita, un nervosismo che è figlio dell’incapacità di sapere reagire, della disabitudine per
molti a giocare queste competizioni, figlio di dovere e volere dimostrare.
È l’impotenza
di riuscire a cambiare il copione delle partite, se una pianta è
malata, non serve tagliare quelle 2/3 foglie avvizzite, serve un intervento
radicale se no muore e dopo 3 anni di malattia il Milan sta morendo, Musah è
uno di quelli incapaci di reagire tecnicamente, che ha la disabitudine a
giocare queste competizioni, che ha bisogno di dimostrare, che è impotente a
riuscire a cambiare il copione della sua partita, uno dei tanti brocchi non da
Milan.
Non può un calciatore da Milan, commette un altro fallo poco dopo (Fofana
ha preso 4 gialli in 30 partite), un altro fallo molto ingenuo, prende la
seconda ammonizione e lascia i suoi in dieci, che già non erano buoni in 11 e
figuriamoci in 10 quasi nove, tanto che ha rischiato di subire subito il
secondo gol, serviva già una totale inversione di marcia e invece la strada si
è fatta più in salita.
Conceicao ha provato a ridare equilibrio e a togliere alcuni riferimenti, entrano
Terracciano e Chukwueze, altri due “inadeguati”, al posto di Gabbia e Morata,
che dovrebbero essere le riserve del Milan vero, gli effetti comunque si
vedono, i rossonero sono un po' più vivaci e Pulisic pareggia, la gioia per il
gol e la speranza di un’altra rimonta dura poco, 5 minuti dopo la difesa commette
un altro errore e lascia Pjaca libero di controllare in mezzo all'area e
segnare.
Il Milan si è spento definitivamente e pur tenendo il pallone, non riesce a
mettere in vera difficoltà gli avversari, il Milan così dice addio agli ottavi
di finale diretti, si impicca con le due partite di spareggio, che invece gli
avrebbero dato modo di rifiatare e lavorare un po' meglio, recuperare la
partita con il Bologna e in più ha perso qualcosa come 15 milioni circa, che
per una società che guarda solo al bilancio, rappresenta un fallimento tecnico,
economico e di immagine.
Non ci sono scuse e non ci sono alibi da parte di nessuno, questa stagione più
delle ultime due si trascina in un errore dietro l’altro, non voglio difendere
Conceicao, perché poi la scelta è stata conseguenziale, per provare a
recuperare la scelta sbagliata del primo allenatore, perché questo gruppo in disfacimento,
aveva lo stesso malessere anche con Pioli e oggi (anche ieri) paga le mancate correzioni
del passato e le scelte sbagliate, a cominciare da Maldini e Massara, mai
sostituiti da un DS e affidarsi all’improvvisazione di qualche presuntuoso,
fino a scegliere allenatori di ripiego.
Conceicao è la scelta (forse sbagliate) conseguente ad un miraggio
tecnico-tattico-economico, sognato da Furlani e conclamato da Cardinale, la
risultanza di un (sei sessioni) calciomercato sbagliato e inadeguato, sono d’accordo
sulla fragilità nervosa di un gruppo, impreparato ad affrontare momenti e
situazioni di questo tipo, che reagisce in modo scomposto e nervoso, ma per la prolungata
assenza dei dirigenti, per il troppo buonismo di Pioli e Fonseca e non per
Conceicao.
Adesso non possiamo scaricare tutto sul carattere
forte di Conceicao, che si è trovato a gestire uno spogliatoio al limite e che
sta provando a scuoterlo in maniera diversa, di chi con il loro modo di essere
lo ha portato a questo punto, non dimentichiamo, che anche Fonseca aveva
provato con le punizioni, insomma, qualcuno qualcosa deve fare e si sa, che chi
mangia fa molliche, sempre meglio di chi si nasconde.Non
possiamo dare la colpa a Conceicao, se Leao gioca bene solo dieci partite l’anno, non
può essere colpa di Conceicao, se Leao è sempre il solito, che quando non gioca
bene è come se giocassimo in 10 e a Zagabria dopo l’espulsione di Musah,
abbiamo giocato in nove, i big del Milan da dopo lo scudetto a questa parte, giocano una partita bene
ogni tre e non la giocano quasi mai tutti insieme, quando lo fanno, quando succede,
allora il Milan vince.
Se vogliamo fare politica facciamola pure, se dobbiamo esaminare le cose,
allora il concetto e completamente diverso, possiamo pure cambiare un altro
allenatore, ma se i calciatori non rispondono alle sollecitazioni, l’allenatore
cosa deve fare? O li lascia fare come faceva Pioli e abbiamo visto che
campionati abbiamo fatto dopo lo scudetto, oppure li incalza, come fa Conceicao
o come avrebbe fatto Conte, per poi avere lo stesso risultato di oggi, se non c’è
la società.
Se a me e a Cracco, danno da impastare della farina avariata, scaduta, fate
voi, il nostro manufatto sarà più o meno presentabile, ma la farina sempre
avariata resta, non possiamo darla da mangiare a nessuno, quindi, se si vuole
veramente risolvere il problema, bisogna cominciare da zero e cioè, dal concetto
di società di calcio, che è tutta un’altra cosa, rispetto a tutte le altre
società.
Quindi, il presidente deve essere un presidente e non uno che possibilmente non sa nulla di calcio, l’AD si deve occupare dei conti, il direttore sportivo non può essere un megalomane che pensa di sapere fare tutto lui e la squadra va fatta con i giocatori che servono all’allenatore e non con Musah ed Emerson Royal.
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