Tutto deve cambiare, affinché rimanga tutto lo stesso ed è rimasto Gravina
con tutti i suoi “possessori di poltrona”, quelli del posto fisso, nulla in
contrario con Gravina e tutti gli altri, ma intanto mi faccio due domande: è
possibile che non c’era un altro candidato? Così, per rendere più bella
l’elezione di Gravina e secondo, a che serve rieleggere un presidente che in 10
anni non ha mosso un dito?
Con questo se la nazionale va male da 15 anni non è colpa sua, ma è colpa
sua se il calcio “italiano” è imprigionato dai tempi di calciopoli, da allora
non si è fatto niente e non è successo niente, tranne aumentare il numero di
squadre che falliscono e i ripescaggi esagerati con il lodo Petrucci, il gol
preso su calcio d’angolo, è l’emblema del nostro calcio, giocatori messi in
campo per compiacere qualcuno e senza nessuna passione per il calcio.
Per la stragrande quantità dei giocatori è un mestiere e come tutti i
mestieri sono senza passione, per loro è un’opportunità per far soldi, un modo
per guadagnare una barca di soldi, vacanze lussuose, avere delle belle fighe da
cambiare spesso come i calzini, notorietà e follower, tutto il resto sono
capricci, prestazioni risicate e altalenanti e continue pretese di rinnovi di
lauti contratti ancora in essere, che non corrispondono alle prestazioni fornite.
Questo è il nostro calcio e cosa c’entra Gravina? Niente, lui è come tutti
gli italiani che diventano famosi per non avere fatto niente, calciatori
compresi e dopo che sono arrivati, continuano a non fare niente, sento parlare
dei centri federali da 50 anni, non sono stati mai fatti e poi se ne parla sempre
tutte le volte che la nazionale va male.
Si parla dei calendari intasati e si aggiungono tornei e sessioni
aggiuntive di calcio mercato, si parla di salary cap e gli ingaggi lievitano a dismisura, si parla della
riduzione delle squadre e la riforma dei campionati e le società continuano a
fallire alla grande, il protocollo Var non è nemmeno uguale per tutti, ma se
vogliano dire che non è colpa di Gravina è così, però qualcuno qualcosa la deve
fare!
Bene, mi sono fatta la mia sfogata mattutina e adesso parliamo di calcio,
di quel poco che è rimasto e che è fatto pure male, a Dortmund e non solo a Dortmund,
la nazionale s'è consegnata agli avversari (fortunatamente per 45 minuti)
lasciandosi strapazzare, poi s'è svegliata, ci ha provato e a un certo punto ci
ha anche sperato, ma non è bastato e alla fine il pareggiato per 3 a 3 non ci
consola e non ci basta.
È un risultato che sicuramente Spalletti si porta
sulla coscienza, ma in campo ci vanno dei professionisti che guadagnano
mediamente dai 4 ai 5 milioni netti a stagione e non credo che Spalletti dopo
avere già perso la partita all’andata e per passare il turno dovevamo solo
vincere, gli abbia detto: “Ragazzi, mi raccomando, arriviamo sempre tardi
sull’avversario e non verticalizziamo mai”.
Gatti, Buongiorno, Ricci e Maldini, qualcuno dice per un atteggiamento più
conservativo, che nelle sue idee, doveva servire a contenere il furore
agonistico dei padroni di casa, possibile che la sua idea fosse questa, ma non
vedo niente di conservativo nei quattro giocatori nuovi, Gatti e Buongiorno
hanno preso il posto di due difensori, Ricci il posto di Rovella (ruolo per
ruolo) e Maldini quello di Raspadori (ruolo per ruolo).
Caso mai l’errore sta a monte, cioè, Di Lorenzo è un terzino e non un
braccetto, Bastoni è un braccetto e non un centrale, Udogie è un terzino e non
un quinto, se continuiamo a fare queste cose, per compiacere qualcuno penso o
non so per quale motivo, il Mondiale lo vedremo sempre dal divano, in nazionale
per il poco tempo che un allenatore ha disposizione, non deve stravolgere
nulla, deve far giocare la gente dove gioca nel club e il modulo è poi una
conseguenza e non viceversa.
Mi sono rotto le palle di questi moduli di “moda”, del 4-2-3-1 e del 3-5-2,
premetto che a me non piacciono, ma poi sono moduli complessi, dove subentrano
meccanismi particolari (i braccetti e due mediani per esempio), dove occorre
lavoraci, avere i giocatori giusti per l’equilibrio e il meccanismo deve essere
ben oleato.
Non si può arrivare in nazionale, con gente sempre nuova, che magari ha giocato
con quel modulo, ma non in quel ruolo e quindi non si può pensare di avere
l’atteggiamento giusto, ora il cammino verso il Mondiale inizierà il prossimo 6
giugno a Oslo contro la Norvegia, mi raccomando, prima scegliamo i giocatori
titolari e poi scegliamo il modulo da adottare.
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