mercoledì 12 marzo 2025

L'esito del colloquio a New York con Cardinale.

 

A Lecce il Milan ha giocato bene tutta la partita, chiaramente ha fatto bene la fase offensiva e ancora male la fase difensiva, se si giocasse sempre con il Lecce, allora potremmo dire che il Milan ha svoltato, ma siccome sono poche le squadre che “giocano”, il problema non è stato risolto e non credo che potrà essere risolto con la difesa a tre.

Il primo tempo sotto il punto di vista del risultato è stato da dimenticare, il Milan al contrario delle altre volte però è partito fortissimo, tanto che dopo trenta secondi era in vantaggio con Gimenez, gol annullato anche a Gabbia sempre per un fuorigioco millimetrico, a testimonianza che la squadra giocava e segnava, le occasioni non sono mancate né dopo e né prima, tante sprecate, oppure neutralizzate da un Falcone in serata di grazia.

Le sostituzioni hanno giocato un ruolo decisivo e Pulisic si è dimostrato insieme con Reijnders, ancora una volta il vero “Top” del Milan e che le panchine nei confronti dell’americano sono state ingenerose, in generale però ci si aspettava segnali di grinta, passione e cuore, visto che questa squadra ha dimostrato davvero troppo poco in questa stagione e adesso non bisogna esaltarsi.

Piuttosto, la scelta del nuovo direttore sportivo e dei nuovi equilibri all’interno della governance milanista, ha smosso ancora di più le acque, Furlani è tornato vincitore (ancora una volta) dal colloquio a New York con Cardinale, la decisione è netta e se vogliamo anche un po' assurda, però le ragioni di Elliott hanno prevalso a quelle di Cardinale e così adesso tutto passerà ancora dalle mani del presuntuoso, senza nessuna competenza di calcio e delle sue dinamiche, Amministratore Delegato Furlani.

Sapete tutti come la penso e questo ampissimo riconoscimento di poteri, non mi lascia tranquillo per il futuro, credo che anche se sarà scelto il nuovo DS, le prossime stagioni saranno all’insegna della confusione e della presunzione, che ha caratterizzato gli ultimi tre anni, intanto il DS lo deciderà Furlani, quindi il “casting” fatto da Ibra e Cardinale non vale (ma chi si credono di essere Ibra e Gerry) e saranno contattati e ascoltati anche altri candidati oltre a Tare a Paratici.

Chiaramente, incontrare e ascoltare, per poi scegliere nel calcio non esiste, se devi cambiare o prendere un direttore sportivo, lo individui secondo le sue caratteristiche e le tue esigenze e poi lo contatti e gli esponi il programma, magari il DS non lo “sposa” e allora sottoponi il progetto al secondo della lista, ma non li chiudi tutti in una stanza e dopo averli ascoltati li scegli (in base a che cosa?).

Furlani è stato confermato al comando anche della parte sportiva e quindi alla scelta del nuovo direttore sportivo, per il quale si riparte da zero, Furlani farà nuovi incontri, a testimonianza che come dicevano in molti, il fondo Elliott è quello che comanda o meglio è quello che dispone e dall’incontro con i direttori sportivi candidati, uscirà fuori il nuovo Direttore Sportivo del Milan.

Chiaramente il nome non sarà più annunciato per metà marzo, ma probabilmente in aprile, situazione, che allunga i tempi d’inserimento del DS e di conseguenza delle dinamiche e delle strategie di mercato e soprattutto del nuovo allenatore, Furlani dovrebbe incontrare Paratici (ora il preferito), Tare e D’Amico dell’Atalanta, ma non si conoscono i tempi della scelta (Paratici è squalificato e D’Amico è sotto contratto) e c’è bisogno della scelta subito, perché non si può aspettare a fine stagione e non può essere fatta assolutamente una scelta sbagliata.

A parte il fatto che comanderà su tutto Furlani, ci sono altre novità per quanto riguarda l'assetto dirigenziale e soprattutto per le gerarchie dei compiti all'interno della dirigenza e sulla divisione dei ruoli e dei poteri, Ibra deve fare un passo indietro e potrebbe fare davvero solo l’advisor di RedBird sul Milan, in tutta questa storia un fatto è sicuro, il Milan è senza identità e senza senso di appartenenza, manca un guida come lo era Galliani e non lo è Furlani.

Sono stati fatti grossi errori per tanti anni, anche negli ultimi anni di Berlusconi e la conseguenza è che abbiamo una società e una squadra senza identità, il club è troppo instabile, non c'è una direzione chiara, gli allenatori si succedono uno dietro l’altro e la rosa cambia ogni anno, mentre per tornare ambiziosi, come hanno fatto, prima la Juventus e poi l’Inter, serve continuità.

I giocatori sono responsabili, ma quello che manca è una guida, un uomo forte come lo era Galliani e lo poteva diventare Maldini, ora al Milan è il momento delle scelte e si tratta di scelte importanti, le prossime settimane saranno decisive per prendere diverse decisioni, a partire dal nome del nuovo direttore sportivo e dell'allenatore.

Sarà fondamentale però che vengano definiti con chiarezza ruoli e funzioni, dopo il viaggio a New York e non è cambiato nulla, Furlani raccoglie tutte le deleghe e ha l’ultima parola su ogni scelta, comprese quelle sportive come sempre.

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