domenica 2 marzo 2025

Ma visto che Tassotti è rimasto nel Milan Futuro, può essere lui il traghettatore?

Conceicao in conferenza stampa si è lamentato per le critiche: “Tutti i giorni si parla di me, se sono confermato o meno. Se la società mi manda via, faccio le valigie e vado. Io non sono rispettato, sono molto criticato; vedo interviste di altri allenatori nel giorno della partita. E io queste cose non le farei. Ho 13 titoli, ho sempre giocato bene contro le italiane, tranne con l'Inter. Non è che sono arrivato qui dal niente: abbiamo bisogno io e il mio staff di un po' di rispetto. Io sono qua oggi fino a non so quando, il Milan continua. Ma io ho bisogno di rispetto. Quando torno da Milanello, la mia famiglia mi chiama per chiedermi cosa succede. Possiamo parlare di calcio, ma quando si parla di altre cose con cattiveria non mi piace".

Purtroppo credo che si sia dimenticato di come vanno le cose nel campionato italiano e dobbiamo dire che lui non fa niente per evitarle, a cominciare dai riguardi eccessivi che ha per Felix e Musah, tanto da sacrificare i due migliori giocatori per rendimento del Milan, la sua squadra è una delusione dopo l'altra, una delusione sempre più grande, le ultime partite sono al di sotto delle aspettative  e di quelle fatte da Fonseca, che non ha fatto sicuramente bene, si voleva qualcosa di più e invece abbiamo avuto qualcosa di meno.

Da Zagabria in poi è stato sempre peggio, sia a livello di atteggiamento, che di gioco e di concentrazione, la confusione regna sovrana e il disordine da parte dalla società, dimostra di avere le idee poco chiare, la confusione si vede chiaramente nei giocatori, che appaiono spenti e demotivati, le scuse sono finite per tutti anche per Conceicao e sul banco degli imputati ci sono: la gestione dello spogliatoio e le scelte di formazione.

Scelte poco lucide, come quella di affidarsi continuamente a Musah e Joao Felix, una scelta paradossale, perché Joao Felix ha fatto la sua miglior prestazione entrando dalla panchina contro la Roma, poi è stato sempre fuori dal gioco e in una posizione in campo che non sa di niente, nell'atteggiamento è svogliato e nervoso.

Musah invece non è l’equilibratore che ci serve e a cui si rivolge Conceicao, in più non sta ripagando la scelta fatta dall’allenatore e hanno tolto spazio a Pulisic e a Reijnders, è una situazione assurda, se si considera che Pulisic e Reijnders erano i giocatori più in forma e la critica nasce spontanea.

Conceicao ha aggiunto: "Io penso che sia stata una partita molto competitiva, il Bologna è una squadra da Champions. Abbiamo fatto un buon primo tempo, siamo arrivati al gol e abbiamo avuto occasioni. Poi ci sono questi episodi: alcuni per colpa nostra come a Torino e col Feyenoord, altre per errori degli arbitri o del VAR se l'arbitro non vede. Veramente non capisco, anche il secondo gol... L'ho visto: la palla è uscita. Manca leggerezza, manca tranquillità nell'ambiente su questi episodi. Nelle ultime partite sono incredibili gli episodi che ci succedono: per la squadra avversaria sono gol, per noi no. Non è che mi lamento o piango. Dovevamo fare di più nel secondo tempo, ma gli episodi influiscono tanto sulla squadra".

Solitamente si dice: aiutati che il cel ti aiuta e sarà pure vero, anzi lo è senz’altro, la questione degli arbitri del VAR, della leggerezza e della mancanza di tranquillità, ma non è per questo, che questo Milan non è una squadra, ma undici giocatori sparpagliati per il campo, senza un gioco e senza idee, una squadra che improvvisa, confidando nelle sue individualità, al contrario del Bologna, che invece è una squadra che gioca a memoria.

Quindi capisco Conceicao, capisco tutti, però a questo punto, non resta che fare un’altra rivoluzione tecnica, nella speranza che non sia la triade a farla, perché ha già fatto abbastanza danni e che in questo caso venga fatta con criterio e con le idee chiare, con i giocatori scelti dall’allenatore e dal direttore sportivo, in base al tipo di calcio che il tecnico vuole realizzare, senza imposizioni tattiche o di opportunità.

Conceicao dice ancora: "Ho visto alla fine uno spogliatoio triste, frustrato per questo risultato. Loro volevano veramente il risultato e avevo sentito una energia positiva. Io do tutto me stesso. Sono molto arrabbiato per la situazione. Lavoro tanto, giorno, notte, prepariamo le partite, è così la vita dell'allenatore. Si è creata questa nuvola sul Milan e si esce con i risultati, non conosco un'altra strada. Sta a noi essere più forti degli episodi. Ai tifosi non interessa se sono frustrato o no, se lavoro 10 ore al giorno o meno, ma se si vince. Fin quando avrò la forza di continuare, lo farò. Se la società pensa che non lo possa fare più, mi sta bene così". A Bologna ho visto anche cose positive, ma in questo momento c'è bisogno di leggerezza ed equilibrio mentale".

Allora, io queste cose non le ho viste e come me sono in moltissimi a non averle viste, Conceicao non può aggrapparsi a questo, agli errori dell'arbitro, piuttosto diciamo che non siamo stati all'altezza e i giocatori devono stare più attenti, Leao ammette: "Non abbiamo fatto un buon calcio, ma abbiamo giocato come voleva il mister, cioè con la palla lunga”.

Quindi, come può pretendere rispetto, se confonde la realtà e predica palla lunga e pedalare? L’analisi della partita e del momento, dice che la situazione è difficilissima, ci sono tante partite ancora da giocare, ma è il momento peggiore del Milan, noi tifosi siamo delusi, non siamo contenti di quest'atteggiamento, vero che il Milan è stato penalizzato in maniera clamorosa dall'arbitraggio, ma non è stata una partita bella e Conceicao è appeso ad un filo, poi non so se Tassotti è pronto per la sostituzione, nel caso la situazione dovesse precipitare e comunque, chi al posto di Conceicao?

Sacchi punterebbe su Sarri (anch’io) o Conte, gli piace anche Baroni (anche a me e non d’adesso), segue con attenzione la crescita di Fabregas e aggiunge: "Sarebbe ingiusto attribuire tutte le responsabilità della situazione attuale al tecnico portoghese, che è arrivato poco dopo Natale. Gli errori, come sempre, vanno divisi, in parti più o meno uguali, tra i dirigenti, l’allenatore e i giocatori”. 

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