Il 3-4-3, per me e per questa rosa attuale è il modulo giusto per ripartire,
la differenza in un modulo la fanno le motivazioni, se no, un modulo sono solo dei
numeri, il modulo poi si deve interpretare e in fase difensiva a centrocampo
per l’esattezza, viene interpretato male, il modulo presuppone gioco di
squadra, automatismi e invece nel Milan di Theo e Leao, il modulo privilegia i
giocatori che giocano per sé, mentre gli altri non sono messi nella condizione
di esaltare le proprie caratteristiche.
Il Milan ha giocatori forti: Theo, Leao e Reijnders, che però giocano da
soli, fuori dagli schemi, i compagni gli servono per appoggiarsi, poi giocano
per sé, solo Pulisic (se è in giornata e per ora non lo è) fa la differenza,
non c’è gioco di squadra, si vive di iniziative personali, come il gol subito,
tutti avanti e nessuno poi è riuscito a recuperare, ma non è una questione di
modulo, è l’interpretazione che non funziona, i concetti nel calcio sono: uno
marca e uno copre, uno va e uno resta.
Serve organizzazione, programmazione, ogni dettaglio deve
essere curato al meglio e qui sono le persone che fanno la differenza, non
serve che Ibrahimovic metta la cravatta per far cambiare le cose, non serve a
Conceicao lamentarsi a ogni sconfitta che è da gennaio che si parla di un nuovo
allenatore, per far cambiare le cose, al momento dobbiamo mettere il giocatore davanti
al portiere e non lo facciamo, se poi Conceicao dice che il primo tempo
è stato equilibrato, solo perché è finito 0 a 0, beh, allora andiamo a farci un
giro.
Siamo stati bassi, troppo bassi, abbiamo avuto meno
del 20% del possesso palla, vero che l’Atalanta non ha creato occasioni, ma
nemmeno noi, noi siamo il Milan e non la Salernitana, con il massimo rispetto
per i campani che continuano vivere anni terribili, abbiamo cominciato bene il secondo
tempo (stanchezza nerazzurra o cazziata rossonera negli spogliatoi?), però poi,
poi si è visto una squadra che giocava d’impulso e che non riusciva a superare
l’avversario e a mettere i giocatori davanti al portiere.
L’Atalanta alla prima occasione ha fatto gol e non c’entra
niente che ne avevano pure parlato dei cross sul secondo palo, è stata un’azione
di ripartenza, dove i rossoneri erano tutti nella metà campo orobica e si sono
perse le marcature, perché non c’è organizzazione di gioco, perché i due
centrali di centrocampo erano entrambi al limite dell’area e sono tornati con
colpevole ritardo, su Bellanova Leao non era in marcatura e non c’era nemmeno
Fofana su Ederson, se Maignan avesse respinto, ce ne erano 4 liberi pronti a
metterla dentro.
La possiamo girare come vogliamo, ma i fatti
dimostrano l’incompetenza totale delle persone messe nei punti strategici della
società, dal proprietario, Cardinale non ha niente a che vedere con il senso di
appartenenza di Commisso, dal presidente, anche Marotta è presidente di una
squadra che è di fondo, ma niente a che vedere con Scaroni, per non parlare
dell’AD dell’Atalanta (Luca Percassi) che ha studiato la materia calcistica in
Inghilterra e non si è improvvisato come Furlani.
Non vinci (scudetto 2022) e soprattutto non continui a
vincere, se mandi via il DS e non ti attrezzi per sostituirlo, non vinci se non
hai dietro una società solida e non solo economicamente, con Massara e Maldini c’era
uno spogliatoio diverso da quello attuale, era una famiglia e questo si è perso,
si è persa la mancanza di appartenenza, di storia, di presenza “mitica”, queste
assenze hanno allontanato i giocatori.
Mi ha colpito positivamente, la spiegazione di
Franceso Letizia giornalista di “Sport Italia”, del perché non può più difendere Furlani e si è espresso così: "Ho
cambiato negli ultimi tempi la mia idea. Voi sapete, per chi mi segue su
Sportitalia e sul mio canale Youtube, che io di base ho una stima di Furlani
come dirigente finanziario; uno che si laurea ad Harvard, uno come il portfolio
manager per Apollo e per Elliott, deve essere uno con un cervello importante.
Poi c'è il mondo del calcio, in cui oggettivamente Giorgio Furlani è un pesce
fuor d'acqua. Di calcio, Furlani, a voler essere garantisti, è un tifoso. Come
me, come quelli che ci seguono. Anzi, io penso di aver guardato più partite di
Furlani. Non lo sto offendendo, ci mancherebbe altro, ma è una cosa oggettiva.
Due anni fa il Milan ha fatto una scelta: Paolo Maldini viene fatto fuori perché nel corso del suo ultimo anno gli viene data autonomia decisionale e le relazioni di chi ha lavorato con lui non sono stato ottime. Non è stato Furlani a mandar via Maldini, ma va messa in conto a Gerry Cardinale. Poi nasce il famoso gruppo di lavoro: Furlani, Moncada e poi Ibrahimovic. Le scelte che vengono fatte nella prima estate portano un secondo posto (a 20 punti dalla prima), alcuni giocatori degni, fai ridere in Champions ed in Europa League: una stagione non troppo disastrosa. Arriviamo alla stagione in corso. Che è disastrosa. Perché a inizio stagione dicevano che l'allenatore non è importante, perché vanno presi certi profili con un allenatore filosofo come Fonseca.
Io chiedo a Furlani di dimostrare coi fatti di aver capito di aver
sbagliato e di dimostrare con i fatti di voler costruire un Milan vincente.
Poi, per il momento, con tutti i ritardi sul DS, non sta facendo quello che
spero faccia".
Vi lascio con questo pensierino di pasquetta, che approfondirò nel prossimo post, buona grigliata.
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