giovedì 18 maggio 2023

Il Milan ha messo tutto quello che aveva.

Nella semifinale di ritorno della Champions, il Milan ha messo tutto quello che poteva dare in questo momento della stagione, che coincide purtroppo con tutto quello che l’Inter gli ha permesso di fare, i nerazzurri sono stati in totale controllo della partita, anzi delle due partite, dal punto di vista dei nervi e forse anche della grinta, il Milan ci ha messo tutto l’impegno e l’energia che aveva, però in campo non si è visto e alla fine, non ha fatto una grande partita.

Non c’era quell’entusiasmo, quella voglia di andare ad aggredire e fare gol, a cui il Milan degli anni scorsi ci aveva abituati e che era richiesto per questa partita, i rossoneri continuano ad evidenziare gravi limiti oltre che tecnici, di tenuta mentale, di concentrazione e di attenzione, anche contro lo Spezia, queste cose non si sono viste, la squadra sembra oramai svuotata, rilassata, è una squadra che non è più pronta a dare battaglia fino in fondo e che stia spettando la fine del campionato per cambiare registro.

L’Inter si è dimostrata fortissima, non ha un gran bel gioco, anzi, non ha un gioco, però è attentissima e sta benissimo fisicamente, arriva sempre per prima sulla palla, vince tutti i duelli e non molla mai, non sbaglia un passaggio e ha sempre gli uomini smarcati per ricevere palla, è convinta e concentrata, al momento è indiscutibilmente la più forte squadra italiana, ma questo non rivaluta la pochezza del Milan del 2023.

Aveva ragione Sacchi, come sempre del resto, nel sottolineare che l’Inter sta attraversando un ottimo momento di forma atletica, che ha molte qualità individuali e che ha una maggiore esperienza, è sotto gli occhi di tutti che è superiore al Milan, rossoneri che avrebbero dovuto puntare tutto sul pressing e che non avrebbero dovuto dare spazio all’Inter, non dovevano farla giocare e poi dovevano “materializzare” in rete gli errori degli avversari, questo non è successo e per ora non succede, forse non succederà più.

Complimenti ai cugini, che si sono meritati la finale e se permettete, anche se non si usa, io preferisco che a vincere la Champions sia una squadra italiana, piuttosto che una squadra straniera, discorso escluso per la Juventus che è troppo arrogante, tra City e Inter preferisco che a vincere siano i nerazzurri, nonostante Guardiola sia il mio profeta, senza per questo creare stupidi provincialismi.

Purtroppo o per fortuna, noi siamo italiani dentro, ci stupiamo e critichiamo Cardinale per il messaggio di auguri all’Inter e non ci stupiamo, di quello che ha detto Inzaghi e qualche altro, con un ridicolo provincialismo, nel rimarcare che l’arbitro era francese e che nel Milan ci sono quattro giocatori francesi o il gesto poco elegante e a mio avviso inopportuno, per quello che rappresenta lo speaker nerazzurro in quel momento nello stadio, di invitare il pubblico a intonare: "Chi non salta rossonero è".

Io non mi offendo, anzi posso dire che noi non vogliamo che gli altri siano milanisti, ma crescere, essere ammessi al salotto buono del calcio che conta (vero De Laurentis), deve essere controbilanciato da un comportamento altissimamente sportivo, una specie di bon ton calcistico, i calciatori devono essere d’esempio ed educare i propri tifosi all’ingresso “nell’alta società” del calcio, a farsi accettare nell’alta aristocrazia calcistica e non ci si può presentare “sporchi”, con gli abiti laceri, bisogna darsi un certo contegno.

Contegno che non hanno avuto Ibrahimovic e compagni lo scorso anno quando hanno vinto lo scudetto e hanno preso di mira Calhanoglu, anche se il turco per tutto l’anno se li è tirate addosso, non si può avere un contegno diplomatico, se poi Dimarco e altri giocatori nerazzurri a turno, hanno cantato cori di sfottò nei confronti dei rossoneri eliminati, facciamo che io sono un santo, va bene! Ma io ai miei ragazzi dico sempre: “rispetto per gli avversari e ancora di più per quelli che perdono, festeggiate, ma in modo sobrio, senza offendere nessuno”.

Lo so, io sono un insegnante di calcio e di vita e forse, no anzi sicuramente non alleno in serie A perché bisogna essere ipocriti, comunque, complimenti all’Inter, anche per come sono riusciti ad uscire da un periodo di crisi tecnica e se vogliamo anche economica, perché non è facile fare quello che stanno facendo, con la situazione economica che hanno, non possiamo poi lamentarci se i tifosi si fanno il tifo contro, invece di incitare la propria squadra, sei gli addetti ai lavori sono i primi.


Diciamo che sono un “anti” Calhanoglu, per me ha fatto bene ad andare a guadagnare di più, ad andare a giocare in una squadra che lo sta valorizzando, non ha fatto bene a dire peste e corna del Milan, per questo è stato insultato, ma poi passata la rabbia per non essere potuto restare in rossonero, adesso fa i complimenti al Milan, racconta del suo bellissimo rapporto con Massara e che si sente sempre con i suoi ex compagni, perché noi poi alla fine, ci dimentichiamo che il calcio è un gioco e che fondamentalmente deve essere praticato da “sportivi”.

So quello che vi state chiedendo: “ma della partita, delle parole di Maldini non parla?”, certo che lo faccio, anzi, non vedo l’ora, ma al prossimo post, non posso parlare di tutto e subito. 

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